In un angolo remoto del web giace un blog su come ottimizzare i baffi a manubrio.
Poco più in là, un altro si è arenato su un “ci vediamo venerdì prossimo”, datato gennaio 2014.
Il web è gratuito, ma non fa sconti.
Per non concimare ancora la terra delle promesse mancate, mi sono dato tre regole ferree per questa newsletter:
Format: 100 parole + 1 disegno
Pubblico: mentalizzare che non esiste - va e viene, come al supermercato
Contenuti: a basso tasso calorico. Secchi, aguzzi, ma fedeli alla mia essenza.
Ogni parola va coltivata come un bonsai: curata, scelta, nutrita.
Non mi dilungo oltre. Ecco le 100 parole di oggi.
E grazie per aver scelto il mio negozio, spero di rivedervi.
Testa a terra
Ieri sera ho scongelato il frigo.
Da giorni gemeva nel silenzio della cucina: fischi, gorgoglii, rantoli di plastica e gas.
Un lamento senza sosta.
Ma osservando con più attenzione, oltre il suo guscio perlaceo, oltre gli alimenti allineati sui piani, ho compreso il male che lo corrode lentamente dall’interno.
Sogna un’altra vita: magari essere un aspirapolvere ciclonico dalla scocca sgargiante, capace di risucchiare ogni traccia del mondo.
Ingenuo.
Non sa che l’aspirapolvere ha assorbito tutto, ma è rimasto vuoto: saturo di senso, incapace di comprenderlo.
Solo il mocio resiste, testa a terra, in ascolto.
Il pavimento è il suo tutto.