Sono passati quasi due mesi dall’ultima newsletter, e mi sento come se stessi rimettendo piede in una casa abbandonata.
Ho controllato negli armadi e sotto il letto: niente fantasmi in agguato.
Ho dato una pulita generale ed eccomi qua.
Sono tornato per riprendere una idea che risale all’estate scorsa: vagando sul web avevo scoperto l’esistenza dei drabble.
Per chi non lo sapesse, i drabble sono un genere letterario inventato nel 1971 dal gruppo comico britannico Monty Python.
Nel loro Monty Python’s Big Red Book – che in realtà era un libro piccolo e blu – proponevano un gioco letterario surreale: vinceva chi fosse riuscito a scrivere un intero romanzo in una sola seduta.
Una impresa folle e impossibile, resa praticabile negli anni ’80 dalla Birmingham University Science Fiction Society, che codificò il genere: racconti di esattamente 100 parole, ognuno con un arco narrativo completo.
Nessun limite di stile o contenuto.
Da allora, il drabble si è conquistato una piccola nicchia di scrittori e lettori, soprattutto nella fantascienza, ma non solo.
Tutto questo per dire che ho deciso di lanciarmi in un’avventura del tutto aleatoria: scrivere 100 drabble e pubblicarli, uno alla volta, in questa newsletter.
A volte saranno ironici, altre volte poetici, strani, inquieti, o semplicemente brevi.
È il mio modo di raccontarmi, in piccolo, e forse anche di viaggiare insieme.
Oggi vi presento il primo, dal titolo “A rotta di collo”.
A rotta di collo
Caracollo giù dalla strada a rotta di collo, senza una rotta, con molta fretta e il vento in poppa.
Con la bava alla bocca vedo sfilare sfilatini e saltimbocca al bar ‘Alla Grotta’, annaffiati con vino di brocca.
Sulla spiaggia nessun pesce abbocca, il guardone intanto si tocca.
Quando tocca tocca, l’ora scocca e la corsa si arresta: non è più permesso fare la propria mossa.
Signori fate il vostro gioco, le carte sono sul tavolo, non c’è trucco non c’è inganno: tutte picche e ripicche con fare piccato, la vita è il nostro gioco ma il gioco è truccato.
Ci vediamo alla prossima newsletter, e vi saluto mostrandovi un disegno che ho realizzato recentemente.
Ho chiesto all’AI di generare un casco di banane e mi ha sorpreso con un…casco di banane.
Le parole contengono mondi infiniti e ambigui, non smetterò mai di amarle.
Bravo Alberto! Hai veramente tante idee originali e quest'ultimo esercizio di scrittura è molto piacevole!